
Effettuare bonifici ricorrenti tra familiari è una pratica sempre più diffusa, sia per ragioni di sostegno economico che per la gestione di spese comuni. Tuttavia, questa abitudine può attirare l’attenzione del Fisco, soprattutto se non gestita correttamente. In questo articolo analizzeremo come evitare segnalazioni sospette, quali sono le regole da seguire e i consigli utili per agire in modo trasparente e sicuro.
Bonifici tra familiari: il quadro normativo
Prima di approfondire le strategie per evitare segnalazioni al Fisco, è fondamentale comprendere il quadro normativo che regola i trasferimenti di denaro tra familiari. In Italia, i bonifici tra parenti non sono vietati e non esistono limiti specifici imposti dalla legge per queste operazioni. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate e la normativa antiriciclaggio prevedono controlli su movimenti sospetti o non giustificati, soprattutto se ricorrenti e di importo elevato.

La normativa antiriciclaggio (D.Lgs. 231/2007) obbliga gli istituti di credito a segnalare operazioni sospette all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF), anche se effettuate tra familiari. I controlli si intensificano quando i bonifici sono frequenti, di importo consistente o privi di una causale chiara. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate può effettuare accertamenti patrimoniali se rileva incongruenze tra il tenore di vita e i redditi dichiarati.
È quindi fondamentale conoscere le regole e operare in modo trasparente, documentando ogni trasferimento di denaro e specificando sempre la causale del bonifico. In caso contrario, si rischia di incorrere in accertamenti fiscali, sanzioni o, nei casi più gravi, in procedimenti per evasione fiscale o riciclaggio.
Quando scatta la segnalazione: soglie e criteri
I bonifici ricorrenti tra familiari possono essere oggetto di segnalazione da parte delle banche o dell’Agenzia delle Entrate in presenza di alcune condizioni. Non esiste una soglia unica e fissa, ma generalmente l’attenzione si concentra su trasferimenti superiori a 10.000 euro mensili o su operazioni frazionate che, sommate, superano questa cifra. Anche bonifici di importo inferiore, ma frequenti e senza una motivazione chiara, possono insospettire le autorità.

Le banche, in ottemperanza alle normative antiriciclaggio, monitorano i movimenti dei conti correnti e sono tenute a segnalare all’UIF qualsiasi operazione che presenti “anomalie”, come la mancanza di una causale esplicita o la presenza di movimenti non coerenti con il profilo economico del cliente. L’Agenzia delle Entrate, dal canto suo, incrocia i dati bancari con quelli delle dichiarazioni fiscali per individuare eventuali discrepanze.
Tra i criteri di rischio rientrano: importi elevati e non giustificati, trasferimenti periodici non coerenti con la situazione patrimoniale, causali generiche (ad esempio “regalo” o “prestito” senza dettagli), e movimenti tra conti intestati a soggetti fiscalmente a carico. Per evitare segnalazioni è quindi importante rispettare alcune semplici regole di trasparenza e correttezza.
Come giustificare i bonifici tra familiari
La chiave per evitare segnalazioni al Fisco è la corretta giustificazione dei bonifici tra familiari. Ogni trasferimento di denaro deve essere accompagnato da una causale chiara e dettagliata, che spieghi il motivo dell’operazione. Le causali più comuni e accettate sono: “prestito infruttifero”, “donazione”, “rimborso spese”, “mantenimento” o “contributo spese familiari”.

Nel caso di un prestito, è consigliabile redigere una scrittura privata che attesti la somma, le modalità di restituzione e le parti coinvolte. Per le donazioni, è preferibile utilizzare la forma scritta e, se l’importo supera le soglie di esenzione, effettuare la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate per evitare contestazioni di natura fiscale o successoria. In caso di rimborso spese, è opportuno conservare la documentazione che dimostri la natura e l’entità delle spese sostenute.
La tracciabilità è fondamentale: tutti i trasferimenti devono avvenire tramite strumenti bancari (bonifico, assegno non trasferibile) e mai in contanti, per garantire la piena trasparenza dell’operazione. In caso di accertamenti, sarà più semplice dimostrare la liceità del trasferimento e la sua reale motivazione.
Consigli pratici per evitare segnalazioni e sanzioni
Per ridurre il rischio di segnalazioni al Fisco, è importante seguire alcune buone pratiche nella gestione dei bonifici tra familiari. Innanzitutto, evitare di effettuare operazioni frequenti e di importo elevato senza una reale necessità o giustificazione. Se i trasferimenti sono ricorrenti (ad esempio per il mantenimento di un figlio universitario fuori sede), è fondamentale specificare sempre la causale e conservare la documentazione relativa alle spese sostenute.

Un altro consiglio utile è quello di diversificare le modalità di trasferimento, utilizzando non solo i bonifici ma anche, quando possibile, altri strumenti tracciabili come assegni o carte prepagate intestate al beneficiario. In ogni caso, evitare l’uso di contanti, che non garantiscono la tracciabilità e possono far scattare controlli più approfonditi.
Infine, è buona norma confrontarsi periodicamente con un consulente fiscale o un commercialista, soprattutto in caso di operazioni di importo rilevante o ripetute nel tempo. Un esperto potrà fornire indicazioni precise sulle modalità di trasferimento, sulle soglie di attenzione e sulle eventuali formalità da rispettare per evitare contestazioni o sanzioni da parte del Fisco.