
Il blocco improvviso della pensione rappresenta un problema serio per molti pensionati italiani, soprattutto quando avviene in modo inaspettato nel mese di giugno. Ogni anno, infatti, l’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) avvia una serie di controlli per verificare la regolarità delle posizioni dei pensionati e la correttezza delle informazioni fornite. Questi controlli possono portare, in alcuni casi, alla sospensione temporanea dell’erogazione della pensione. Comprendere le motivazioni dietro questi controlli e sapere come evitarne le conseguenze negative è fondamentale per garantire la continuità dei pagamenti e la serenità economica. In questo articolo analizzeremo i principali controlli effettuati dall’INPS a giugno, le cause più frequenti del blocco della pensione e i passi da seguire per evitare spiacevoli sorprese.
Perché l’INPS effettua controlli sulle pensioni a giugno
Ogni anno, l’INPS avvia una serie di verifiche sistematiche sui titolari di pensione, con particolare attenzione nel mese di giugno. Questo periodo è scelto perché coincide con la conclusione di numerose scadenze fiscali e amministrative, tra cui la presentazione della dichiarazione dei redditi e la comunicazione di eventuali variazioni anagrafiche. L’obiettivo principale di questi controlli è accertare che i pensionati abbiano ancora diritto alla prestazione e che non siano intervenute variazioni che possano influire sull’importo o sulla stessa erogazione della pensione.

Le verifiche riguardano soprattutto la situazione reddituale, la residenza effettiva, la permanenza dei requisiti per le pensioni di reversibilità, invalidità e sociali. L’INPS incrocia le informazioni in suo possesso con quelle provenienti da altri enti, come l’Agenzia delle Entrate e i Comuni, per individuare eventuali discrepanze o omissioni.
Un altro motivo per cui i controlli si intensificano a giugno è la necessità di aggiornare le banche dati prima dell’erogazione della quattordicesima mensilità, prevista per i pensionati con determinati requisiti reddituali. In questo modo, l’INPS si assicura che solo chi ne ha effettivamente diritto riceva l’importo aggiuntivo.
I principali controlli dell’INPS: cosa viene verificato
Tra i controlli chiave effettuati dall’INPS a giugno, i più rilevanti riguardano la verifica dell’esistenza in vita, la residenza, la situazione reddituale e la regolarità della documentazione presentata. Ecco nel dettaglio cosa viene esaminato:

1. Esistenza in vita: L’INPS effettua controlli incrociati con le anagrafi comunali e, per i pensionati residenti all’estero, chiede una specifica attestazione tramite patronati o istituti di credito convenzionati. La mancata risposta può portare al blocco della pensione fino a verifica avvenuta.
2. Residenza: Per alcune tipologie di pensioni, come quelle sociali o di invalidità civile, la residenza in Italia è un requisito fondamentale. Il cambio di residenza, soprattutto all’estero, deve essere tempestivamente comunicato per evitare la sospensione della prestazione.
Come evitare il blocco della pensione: i comportamenti da seguire
Per evitare il blocco improvviso della pensione a giugno, è essenziale seguire alcune semplici ma fondamentali regole. Innanzitutto, è importante rispondere tempestivamente a tutte le comunicazioni dell’INPS, in particolare a quelle che richiedono la presentazione di documenti o la conferma di dati personali.

In secondo luogo, bisogna assicurarsi di presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi, anche se si percepiscono solo pensioni e non si hanno altri redditi. L’omissione di questa comunicazione può infatti generare dubbi sulla situazione reddituale e portare alla sospensione della pensione.
Un altro aspetto cruciale è mantenere aggiornata la propria posizione anagrafica presso il Comune di residenza e comunicare tempestivamente all’INPS eventuali variazioni di indirizzo, stato civile o composizione del nucleo familiare. Infine, per i pensionati residenti all’estero, è fondamentale rispondere alle richieste di attestazione di esistenza in vita secondo le modalità e le tempistiche indicate dall’INPS.
Cosa fare in caso di blocco della pensione e come prevenirlo
Nel caso in cui si verifichi il blocco della pensione, è importante agire rapidamente. Il primo passo è contattare immediatamente l’INPS, preferibilmente tramite il servizio online “INPS Risponde” o recandosi presso una sede territoriale, per conoscere le motivazioni della sospensione e ricevere indicazioni precise su come regolarizzare la propria posizione.

Generalmente, il blocco viene revocato non appena vengono presentati i documenti mancanti o chiarite le informazioni richieste. Tuttavia, è consigliabile rivolgersi anche a un patronato o a un professionista esperto in materia previdenziale per ricevere assistenza nella compilazione della documentazione e nella gestione delle pratiche.
La prevenzione resta comunque la migliore strategia: controllare periodicamente la propria posizione contributiva tramite il portale MyINPS, mantenere aggiornata la documentazione e rispondere tempestivamente alle comunicazioni ufficiali permette di evitare la maggior parte delle problematiche legate al blocco della pensione. In questo modo, si garantisce la continuità dei pagamenti e si tutela la propria stabilità economica.